Ragazzi che dire?
Io sono un fans di Dylan.
La sua voce è un pugno nello stomaco.
Me lo immagino con i suoi musicisti che lo inseguono nelle session, sia in studio che dal vivo. Lo devi inseguire perchè non è un precisino ma è un gambler e può cambiare le carte in tavola durante ogni esecuzione. “A voi sistemare quello che potete!”. Rivolto a produttori e musicisti.
Lo si ama o lo odia.
Io lo amo!

Stesura:

INTRO:
CORI:
VERSE:
CHORUS:
VERSE:
CHORUS:
CORI:

Melodia semplice.
I cori rendono tutto perfetto e pieno. Come fosse un opera.
Strofa senza grandi sforzi melodici.
Alla Dylan.
Cori e strofa sono da prologo al chorus:
..knock knock knockin on heaven’s doors..
“Bussando alle porte del cielo”
La frase è di quelle scolpite nella roccia.
Indelebile.
Questo è il momento top della song.
L’immagine è forte ed emozionante.
Capiterà a tutti prima o poi di bussare alle porte del cielo.

Armonia essenziale:

[  G   ][  D  ][ A-  ][  A- ] [  G   ][  D  ][ C   ][  C   ]

G maggiore.
Tonica, V e II minore, Tonica, V e IV.
Chiude il giro aprendo in C.

Canzone semplice ma grandiosa.

da Stampatoscana:

Knockin’ On Heaven’s Door, Bob Dylan (1973)

E’ una delle più popolari canzoni del genio perfetto, anche perché fa parte della colonna sonora del film Pat Garrett e Billy The Kid del regista Sam Peckinpah. Bob la compone quando è già un mito della generazione, bravo, coraggioso e consapevole da rappresentare pienamente il vento fresco e liberatore dell’intelligenza dell’uomo contemporaneo.

. – Per tutti gli anni 60 Dylan è stata la voce della protesta giovanile, delle manifestazioni per i diritti civili e del pacifismo.  Alcuni suoi brani come Blowing In The Wind sono l’inno immortale di una rivolta contro l’ipocrisia, l’avidità, i meccanismi infernali dello sfruttamento e dell’interesse materiale contrapposto agli ideali di una nuova umanità.
Il testo di Knockin’ On Heaven’s Door si riferisce alla storia del film di Peckinpah, anch’esso un pezzo d’autore che interpreta il genere western in modo romantico e crepuscolare inserendo sentimenti, delusioni, tutto ciò che fa parte della sostanza più autentica dell’esistenza umana. E’ il grido del vecchio sceriffo, ex bandito, il cui compito è quello di fermare con tutti i mezzi il suo vecchio amico Billy the Kid. Ma lui non vuole più uccidere in nome di una missione che non sente più come sua. “Mama, take this badge off of me, I can’t Use it Anymore”, “mamma, toglimi questo distintivo , non lo posso usare più”. E’ il vecchio grido pacifista, ma privo dell’impeto del cambiare il mondo che caratterizzava le sue canzoni nei primi anni 60: è il grido di un’umanità sofferente e solidale che cerca di dare un senso all’esistenza.

Quando Peckinpah gli affida l’incarico di comporre le musiche del suo film, Dylan sta attraversando un periodo di appannamento della sua vena poetica e musicale dopo una lunga stagione di successi.  Il movimento sta per ottenere il suo più importante risultato con la fine della guerra nel Vietnam. I tempi stanno cambiando, e anche il menestrello deve trovare nuove strade, nuovi impulsi poetici per mantenere la sua leadership. Per Robert Allen Zimmerman diventato Robert Dylan nel 1962 per decreto della corte suprema, è il momento di approfondire generi e stili, oltre quello magnificamente enfatico della controcultura popolare, del folk, rappresentato dal suo idolo e maestro Woody Guthrie. Certo nella seconda metà degli anni 60, aveva già imboccato strade nuove soprattutto utilizzando la chitarra elettrica, alternandola a quella acustica, e cercando mediazioni con l’onda rock soprattutto quella dei Beatles  e di Jimi Hendrix, pur mantenendo la sua vena originale ben radicata nella musica folk- country americana.
E’ del 1965 la canzone Like A Rolling Stone che secondo i critici ha cambiato l’atteggiamento di fronte a ciò che può trasmettere una canzone e che la rivista Rolling Stone ha classificato nel 2004 al primo posto delle 500 migliori canzoni di tutti i tempi. Wikipedia cita il critico Mike Marquesee: «Tra la fine del 1964 e l’estate del 1966 Dylan creò un corpo di lavoro – Bringing It All Back Home, Highway 61 Revisited e Blonde on Blonde –  che è rimasto unico. Prendendo spunto dal folk, blues, country, R&B, rock’n’roll, gospel, beat inglese, poesia simbolista, modernista e beat, surrealismo e dadaismo, rivelando gergo e cronaca sociali, Fellini e il Mad Magazine, forgiò una voce e una visione artistica coerente e originale. Il bello di questi album è che conservano il potere di scioccare e consolare». Alla fine degli anni 60, il genio perfetto è ancora alla ricerca. Non vuole fermarsi al suo status di mito della musica nuova, non vuole mettere fine a un percorso artistico che vede comunque minacciato proprio dal successo commerciale. Dopo due album che lasciarono piuttosto freddi i critici e gli ammiratori, ecco Pat garrett e Billy The Kid con Knockin’ che è una delle sue canzoni più popolari.
Konockin’ On Heaven’s Door ha avuto moltissime cover e interpretazioni da tanti artisti. Il gruppo di Los Angeles  Guns N’ Roses, che ha avuto una grande popolarità a cavallo fra gli anni 80 e 90, ne ha fatto una versione hard rock che ha avuto un grandissimo successo.

Knockin’ On Heaven’s Door (unplugged)
Knockin’ On Heaven’s Door (Guns N’ Roses)

Mama, take this badge off of me
I can’t use it anymore.
It’s gettin’ dark, too dark to see
I feel like I’m knockin’ on heaven’s door.

Knock, knock, knockin’ on heaven’s door
Knock, knock, knockin’ on heaven’s door
Knock, knock, knockin’ on heaven’s door
Knock, knock, knockin’ on heaven’s door
Mama, put my guns in the ground
I can’t shoot them anymore.
That long black cloud is comin’ down
I feel like I’m knockin’ on heaven’s door.

Knock, knock, knockin’ on heaven’s door
Knock, knock, knockin’ on heaven’s door
Knock, knock, knockin’ on heaven’s door
Knock, knock, knockin’ on heaven’s door

Foto: http://www.telegraph.co.uk

 

 

ilGallo

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