Il nostro orecchio è abituato alla tonalità.
Noi conosciamo perfettamente il suono delle tonalità maggiori e minori, grazie a un patrimonio di musica tonale di più di 500 anni.
Nella musica moderna si usa il termine modalità, in opposizione a tonalità.
La musica modale si basa su un modo che rappresenta il riferimento melodico e armonico della composizione.
La melodia viene costruita utilizzando i suoni del modo.
Non c’è una vera gerarchia tra i gradi.
Costruzione libera, spaziando sulle note del modo, e priorità assoluta alla sonorità.
Non ci sono cadenze o passaggi accordali tipici.
Democrazia dei suoni.
L’ armonia può comunque avere movimento, alternando le scelte dei suoni e dei frammenti.
L’ uso di un modo non esclude i cromatismi.
Dovremo riuscire a dare la stessa importanza a tutti i suoni che lo compongono.
Abitudini come suonare le note fondamentali sui tempi forti, far salire la sensibile o scendere la settima diventano qui fuori contesto.
Le scale modali estendono e in qualche modo completano il concetto di scala musicale tipico dell’armonia classica tradizionale.
Una melodia impostata su scale modali, all’orecchio moderno e occidentale, induce l’idea di qualcosa di sospeso, arcaico, indefinito.