da Jazzitalia
di Paolo Guiducci

Gli accordi sono combinazioni di tre o più note suonate contemporaneamente. La successione degli accordi nei brani musicali è chiamata giro armonico. Anche se storicamente è molto probabile che siano nati prima gli accordi delle scale, spesso è più semplice pensare ad un accordo come se fosse la sintesi di una scala. Che è composto cioè da una selezione di note presenti nella scala di riferimento.

Costruzione delle triadi sulla scala maggiore
U
na triade è un accordo formato da tre note. La costruzione di base di una triade è ottenuta tradizionalmente per progressivi intervalli di terza, ovvero dalla prima, terza e quinta nota della scala. Il procedimento apparentemente complesso è in realtà elementare. In pratica se voglio costruire una triade sul primo grado della scala di Do maggiore devo prendere la I, la III e la V nota contando a partire dal Do, ovvero: Do, Mi e Sol (il Mi è la terza del Do, il Sol è la terza del Mi). Molto semplicemente è come selezionare una nota si ed una no. Utilizzando lo stesso procedimento è possibile costruire la triade sul secondo grado della scala di Do maggiore (Re), la quale sarà composta dalle seguenti tre note: Re, Fa e La. Stesso discorso per gli altri gradi. Questa procedura applicata alle scale è denominata armonizzazione. La tabella 1 visualizza quella applicata alla scala maggiore.

La prima nota di ogni accordo è chiamata fondamentale e dà il nome all’accordo. Attenzione a non confondere fondamentale e tonica. Nel caso in questione la tonica rimane sempre Do per tutti gli accordi, in quanto essi sono costruiti sulla medesima scala di Do maggiore. Tutte le triadi che si possono formare con una scala appartengono a quella scala e sono denominate complementari.

Note

Composizione Triadi

I

II

III

IV

V

VI

VII

Do

Do

Re

Re

Mi

Mi Mi

Fa

Fa Fa

Sol

Sol Sol Sol

La

La La La

Si

Si Si Si

Do

Do Do

Re

Re Re

Mi

Mi

Fa

Fa

Tabella 1: Armonizzazione scala maggiore. La tabella oltre a visualizzare il procedimento dell’armonizzazione evidenzia le note in comune fra le diverse triadi.

 

Grado

Sigla

Tipo Triade

Note Contenute

Intervalli

I

III

V

I-III

I-V

I

Do Maggiore Do Mi Sol 4 7

II

Re m Minore Re Fa La 3 7

III

Mi m Minore Mi Sol Si 3 7

IV

Fa Maggiore Fa La Do 4 7

V

Sol Maggiore Sol Si Re 4 7

VI

La m Minore La Do Mi 3 7

VII

Si dim Diminuita Si Re Fa 3 6

Tabella 2: Armonizzazione scala maggiore – Triadi. Sulla prima colonna sono indicati i gradi posizionali delle note nella scala maggiore (in numeri romani per non confonderli con gli intervalli). Sulla seconda colonna la sigla della triade, la fondamentale da il nome all’accordo. Sulla terza colonna la denominazione del tipo di triade (se il tipo è maggiore nella sigla è sottinteso). Sulla quarta colonna le tre note presenti nella triade. Nell’ultima colonna ho infine indicato gli intervalli in semitoni esistenti fra la fondamentale e le altre due note (I – III e I – V). I quali nella prima riga (triade Do maggiore) sono rispettivamente l’intervallo fra Do – Mi e Do – Sol.

Tipo triade Sigla

gc.

Maggiore
Minore m 3ªb
Diminuita dim 3ªb 5ªb
Aumentata +5 5ª#

Tabella 3: Triadi fondamentali. Nel caso della triade maggiore la sigla non viene specificata. La triade aumentata è originata da altri tipi di scale, diverse da quella maggiore. Vedere ad esempio l’armonizzazione della scala minore melodica (sezione 4.2.6)

Figura 1: Armonizzazione scala maggiore – Triadi.

Figura 2: Triadi fondamentali. Tutti gli esempi hanno il Do come fondamentale.

La tabella 2 riporta denominazione e contenuto delle triadi costruite sulla scala maggiore, in figura 1 le stesse triadi sono riportate su pentagramma musicale. Da essa derivano tre diversi tipi triadi, esse sono denominate: maggiore, minore e diminuita. Il tipo di triade è strettamente legato ai gc.. Prendiamo in considerazione le prime due triadi: Do e Re m. L’intervallo di terza esistente fra DoMi è una terza maggiore (quattro semitoni) mentre fra ReFa è una terza minore (tre semitoni). Vedere poi che l’intervallo di quinta fra DoSol è identico a ReLa, una quinta giusta (sette semitoni). È ancora la terza infatti che stabilisce se l’accordo è maggiore o minore, così come avviene per le scale. Nella scala maggiore c’è un’unica eccezione che riguarda la triade diminuita costruita sul VII grado (Si), la quale contiene la quinta diminuita invece della quinta giusta.

Nella tabella 3 sono infine elencate le quattro triadi fondamentali, con relativi gradi costitutivi (le prime tre sono originate dalla scala maggiore), in figura 2 le stesse triadi sono riportate su pentagramma musicale.

Gli accordi estesi
I
l procedimento utilizzato per costruire le triadi descritto nella sezione precedente (progressivi intervalli di terza), è applicabile anche per costruire accordi estesi a 4, 5, 6, 7 note. Se ad esempio vogliamo costruire un accordo a quattro note sulla fondamentale Do della scala di Do maggiore, occorre aggiungere alla triade di base la VII nota della scala, il Si. Tali accordi sono infatti denominati di settima e comprendono i seguenti gradi: I, III, V e VII. Sempre proseguendo per intervalli di terza possiamo continuare ad aggiungere note all’accordo ed avremo anche gli accordi di nona (cinque note), undicesima (sei note) e tredicesima (sette note). I sette accordi di settima che derivano armonizzando la scala maggiore sono analizzati nella tabella 4, gli stessi accordi sono riportati su pentagramma musicale in figura 3. Due accordi contengono la settima maggiore (11 semitoni), il Do maj7 e il Fa maj7. Tutti gli altri contengono la settima minore (10 semitoni) ma non hanno sempre la stessa triade di base. Gli accordi di settima di dominante e semidiminuito contengono l’intervallo dissonante per eccellenza, il tritono (intervallo di quinta diminuita ottenuto con le note SiFa). Nella musica tonale è tipica la risoluzione di questa dissonanza sull’accordo di tonica, in particolar modo utilizzando l’accordo di settima di dominante. Questo passaggio è utilizzato per affermare la tonalità ed è chiamato cadenza. In tonalità di Do la cadenza è: Sol 7Do. Vedi successivamente per una analisi più approfondita sulla tonalità e sulle cadenze. Nella tabella 5 sono infine riportati tutti gli accordi di settima, con relativi gradi costitutivi (solo i primi quattro sono originati dalla scala maggiore), in figura 4 gli stessi accordi sono riportati su pentagramma musicale.

Per quando riguarda gli accordi di nona il procedimento è sempre il medesimo, l’unica differenza è che non sempre vengono suonate tutte le note. Se ad esempio la nona viene aggiunta senza la settima l’accordo è chiamato nona aggiunta e occorre specificarlo nella sigla (9add). Gli accordi di nona sono riportati in figura 5. Per quanto riguarda gli accordi di undicesima e tredicesima, le note in questione vengono quasi sempre aggiunte sull’accordo di settima saltando le altre note, senza doverlo specificare nella sigla. Gli accordi di undicesima e tredicesima sono riportati in figura 6.

Grado Sigla Tipo Accordo Note Contenute IntervalloI-VII
I III V VII
I Do maj7 settima maggiore Do Mi Sol Si 11
II Re m7 Minore settima Re Fa La Do 10
III Mi m7 Minore settima Mi Sol Si Re 10
IV Fa maj7 settima maggiore Fa La Do Mi 11
V Sol 7 Settima di dominante Sol Si Re Fa 10
VI La m7 Minore settima La Do Mi Sol 10
VII Si ø7 Semidiminuito Si Re Fa La 10

Tabella 4: Armonizzazione scala maggiore – Accordi di settima. Molto simile alla tabella 3.10. Nell’ultima colonna sono riporti solo i valori dell’intervallo di settima, il quale nella prima riga corrisponde all’intervallo Do – Si.

Tipo accordo Specie Sigla gc.
Settima di dominante I 7 7ªb
Minore settima II m7 3ªb 7ªb
Semidiminuito III ø7 3ªb 5ªb 7ªb
settima maggiore IV maj7
Diminuito V º7 3ªb 5ªb 7ªbb
Minore settima maggiore VI m+7 3ªb
settima maggiore quinta aum. VII maj7+5 5ª#
Settima quinta diminuita 7-5 5ªb 7ªb
Settima quinta aumentata 7+5 5ª# 7ªb
settima maggiore quinta dim. maj7-5 5ªb

Tabella 5: Accordi di settima. Questi accordi sono stati catalogati anche in base alla specie (informazione riportata sulla seconda colonna). Ad esempio l’accordo di quarta specie corrisponde all’accordo settima maggiore. Solo i primi sono originati dalla scala maggiore. I sette accordi con riportata la specie sono quelli fondamentali.

Figura 3: Armonizzazione scala maggiore – Accordi di settima.

Figura 4: Accordi di settima. Tutti gli esempi hanno il Do come fondamentale.


Figura 5:
Accordi di nona. Combinazioni più utilizzate. Tutti gli esempi hanno il Do come fondamentale.

Figura 6: Accordi di undicesima e tredicesima. Combinazioni più utilizzate. Tutti gli esempi hanno il Do come fondamentale.


Figura 7:
Accordi di sesta e sospesi. Rappresentazione su pentagramma delle combinazioni più utilizzate. Tutti gli esempi hanno il Do come fondamentale.

Altri tipi di accordi
La costruzione degli accordi può anche non avvenire per intervalli di terza. Può semplicemente essere una selezione di note in una scala. Alcuni accordi molto comuni derivati da questo metodo sono quelli di sesta (es.: Do 6, Do m6) e sospesi (es.: Do sus4, Do sus2). Gli accordi di sesta vengono costruiti aggiungendo come abbellimento la sesta maggiore sulle triadi maggiori o minori (se si aggiunge la sesta minore essa viene siglata come intervallo composto: tredicesima minore). Gli accordi sospesi vengono invece ottenuti sostituendo la terza (sia maggiore che minore) con la quarta giusta o la seconda maggiore, in genere con la quinta giusta. Gli accordi sospesi vengono chiamati in questo modo perché non sono ne maggiori ne minori. Gli accordi di sesta e sospesi sono riportati su pentagramma musicale in figura 7.

Successivamente, nelle tabelle dove sono riportate le armonizzazioni delle varie scale, non è stato utilizzato solo ed esclusivamente il metodo per terze. In alcuni casi è infatti possibile costruire accordi diversi sullo stesso grado della scala. Un esempio interessante è l’armonizzazione del secondo modo della scala diminuita:

Figura 8

Se applichiamo il metodo per terze deriva un accordo di settima diminuita (1ª, 3ªb, 5ªb, 7ªbb). Se invece selezioniamo le note liberamente è possibile costruire anche un accordo di settima di dominante (1ª, 3ª, 5ª, 7ªb). Questa è la ragione per cui questa scala viene spesso applicata anche sugli accordi di settima di dominante, in sostituzione al modo misolidio che come abbiamo visto genera lo stesso accordo.

In questi casi esiste inoltre un problema di terminologia degli intervalli. Ad esempio nella scala riportata in figura 8 la quarta nota è chiamata come terza maggiore (3ª). In alcuni metodi musicali essa viene invece chiamata quarta diminuita (4ªb), in quanto si tratta appunto della quarta nota. Questi due intervalli sono equivalenti, il significato perciò non cambia. In ogni caso le denominazioni da me riportate seguono, per quanto possibile, la logica delle triadi e accordi di settima di base (vedi tabelle 3 e 5), più che il semplice ordine dei gradi.

Figura 9: Rivolti degli accordi. Sono riportati come esempio tutti i rivolti dell’accordo di Do (maggiore). Il 3° rivolto è un Do maj7. Le linee trasversali indicano la trasposizione della nota un’ottava sopra. Il tipo di rivolto dipende esclusivamente dalla nota al basso, le altre note possono essere disposte anche in ottave diverse da quelle utilizzate nell’esempio musicale.

I rivolti degli accordi
Fino ad ora abbiamo visto gli accordi con la fondamentale al basso. In questo caso l’accordo è in posizione fondamentale. Nel caso in cui al basso vi è un’altra nota l’accordo è in posizione di rivolto. Gli accordi si possono presentare in quattro differenti posizioni principali, chiamate appunto rivolti:

· Fondamentale. Fondamentale al basso.
· Primo rivolto. Terza al basso.
· Secondo rivolto. Quinta al basso.
· Terzo rivolto. Settima al basso.

I gradi delle note al basso sono indicati in modo generico, nel primo rivolto ad esempio la terza al basso è intesa maggiore per gli accordi maggiori e minore per gli accordi minori. Stesso discorso per i bassi degli altri rivolti. Nella figura 9 sono riportati i quattro rivolti dell’accordo di Do maggiore.

Anche se gli accordi rivoltati contengono le stesse note, cambia la loro sonorità. Questo avviene perché l’orecchio attribuisce in modo naturale un particolare risalto al suono più basso. Gli accordi in posizione di rivolto non cambiano il nome, vengono siglati riportando la nota al basso barrata se diversa dalla fondamentale. Ad esempio il secondo rivolto del Do maj7 viene siglato Do maj7/Mi. In generale se la nota barrata appartiene all’accordo si tratta di rivolto. Al contrario se essa è estranea all’accordo si tratta di un basso alterato. Nei casi in cui la linea di basso è separata (ad esempio suonando con un bassista) la nota al basso specificata nella sigla è di sua competenza, non necessariamente degli altri strumenti.

Terminologia delle sigle degli accordi
Come abbiamo visto nelle sezioni precedenti, gli accordi vengono denominati per mezzo di sigle. Queste sigle vengono attribuite secondo alcune logiche, talvolta un po’ contorte. L’obbiettivo di questa sezione è quello di chiarire il più possibile questo argomento e permettere di conseguenza una certa autonomia nella lettura e nell’attribuzione delle sigle.

Il formato generico di una sigla di accordo è riportato in figura 10.

Figura 10: L’accordo contiene i seguenti gradi: 1ª, 3ª, 5ª, 7ªb, 9ª#, con la 5ª al basso. La denominazione completa dell’accordo è la seguente: Do diesis, settima, nona aumentata, basso in Sol.

Nella prima parte è riportata la fondamentale dell’accordo. Nella seconda una abbreviazione che indica il tipo di accordo. Nella terza parte possono essere indicate eventuali note da aggiungere o alterare. Infine, se la nota al basso è diversa dalla fondamentale, può essere indicata dopo la barra, come indicato in figura 10. Se essa fa parte dell’accordo si tratta di un rivolto, al contrario si tratta di un basso alterato. Il Sol al basso indicato in figura 10 è la quinta del Do, l’accordo è perciò in posizione di secondo rivolto.

Quelle che seguono sono le principali convenzioni per quanto riguarda la sigla del tipo di accordo:

  • Accordi basati sui gradi della scala maggiore (1ª, 2ª, 3ª, 4ª, 5ª, 6ª, 7ª). La sigla inizia con maj seguita dal grado massimo di estensione dell’accordo. Ad esempio Do maj9 indica un accordo di nona basato sui gradi della scala maggiore.
  • Accordi basati sui gradi del modo misolidio (o modo di dominante). L’unica differenza con la scala maggiore è che contiene la settima minore (1ª,.2ª, 3ª, 4ª, 5ª, 6ª, 7ªb). Nella sigla viene riportato solo il grado massimo di estensione dell’accordo. Ad esempio Do 9 indica un accordo di nona di dominante basato sui gradi della scala maggiore ma con la settima minore.
  • Accordi basati sulla scala minore naturale (1ª,.2ª, 3ªb, 4ª, 5ª, 6ªb, 7ªb). La sigla inizia con m seguita dal grado massimo di estensione dell’accordo. Ad esempio Do m9 indica un accordo minore basato sui gradi della scala minore naturale.
  • Le sigle sus4 e sus2 indicano che l’accordo è sospeso. Al posto della terza l’accordo contiene la quarta (sus4) o la seconda maggiore (sus2).
  • La sigla add indicata dopo il grado di estensione indica che tale grado va aggiunto sulla triade di base saltando i gradi intermedi. Ad esempio Do 9add indica un accordo maggiore con la nona senza la settima.
  • La sigla dim indica che l’accordo contiene la quinta diminuita.
  • La sigla aug indica che l’accordo contiene la quinta aumentata.

Oltre al tipo di accordo è possibile indicare nella sigla anche altri gradi da aggiungere o alterare. Nel caso riportato in figura 10 la sigla +9 indica che occorre aggiungere una nona aumentata (il segno + equivale in questo caso al diesis). Se il grado è già presente nell’accordo, esso si riferisce ad una alterazione. Ad esempio Do 7-5 indica un accordo di settima di dominante con la quinta diminuita (-5 indica l’alterazione).

Nelle sigle degli accordi vengono tuttavia utilizzate diverse terminologie. Per ragioni di chiarezza le tabelle 6 e 7 elencano le sigle più utilizzate. La prima tabella si riferisce ai tipi di accordi, la seconda alle note aggiunte o alterate. Una volta compreso il meccanismo con cui vengono attribuite le sigle agli accordi, è possibile ricavare la composizione di qualsiasi accordo vi capiti sotto mano. Nella tabella 8 sono elencati solo gli accordi più comuni.

Descrizione accordo Elenco sigle utilizzate gc.
Triade maggiore <non specificata> 1ª, 3ª, 5ª
Triade minore m, minor, min, – 1ª, 3ªb, 5ª
Triade diminuita dim 1ª, 3ªb, 5ªb
Triade aumentata +5, #5, +, aug 1ª, 3ª, 5ª#
Settima maggiore maj7, maj, major, ?, M 1ª, 3ª, 5ª, 7ª
Settima di dominante 7 1ª, 3ª, 5ª, 7ªb
Settima semidiminuito ø7, 7-5, 7b5 1ª, 3ªb, 5ªb, 7ªb
Settima diminuito º7, dim, dim7 1ª, 3ªb, 5ªb, 7ªbb
Nona aggiunta 9add 1ª, 3ª, 5ª, 9ª
Nona 9 1ª, 3ª, 5ª, 7ªb, 9ª
Undicesima 11 1ª, 3ª, 5ª, 7ªb, 9ª, 11ª
Tredicesima 13 1ª, 3ª, 5ª, 7ªb, 9ª, (11ª), 13ª
Quarta sospesa sus4, 4 1ª, 4ª, 5ª
Seconda sospesa sus2, 2 1ª, 2ª, 5ª

Tabella 6: Terminologia dei tipi di accordi. La sigla riportata per prima si riferisce a quella utilizzata in questo testo. I gradi indicati fra parentesi sono opzionali. Per quanto riguarda gli accordi estesi sono riportati solo quelli maggiori, per ottenere la versione minore è sufficiente aggiungere una m all’inizio della sigla.

Descrizione grado Elenco sigle utilizzate Grado intervallo
Quinta diminuita -5, b5 5ªb
Quinta aumentata +5, #5 5ª#
Sesta maggiore 6
Settima maggiore +7, maj7
Settima minore 7, -7, b7 7ªb
Nona minore -9, b9 9ªb
Nona maggiore 9
Nona aumentata +9, #9 9ª#
Undicesima 11 11ª
Undicesima aumentata +11, #11 11ª#
Tredicesima 13 13ª

Tabella 7: Terminologia note aggiunte o alterate. La sigla riportata per prima si riferisce a quella utilizzata in questo testo.

Elenco degli accordi più comuni

Sigla (es. in Do) Descrizione gc. Note G. scala maggiore
Maggiori Do Maggiore 1ª, 3ª, 5ª 3 I, IV, V
Do maj7 settima maggiore 1ª, 3ª, 5ª, 7ª 4 I, IV
Do 7 Settima 1ª, 3ª, 5ª, 7ªb 4 V
Do 9add Nona aggiunta 1ª, 3ª, 5ª, 9ª 4 I, IV, V
Do maj9 Maggiore nona 1ª, 3ª, 5ª, 7ª, 9ª 5 I, IV
Do 9 Nona 1ª, 3ª, 5ª, 7ªb, 9ª 5 V
Do 7+9 Nona aumentata 1ª, 3ª, 5ª, 7ªb, 9ª# 5
Do 7-9 Nona minore 1ª, 3ª, 5ª, 7ªb, 9ªb 5
Do 11 Undicesima 1ª, 3ª, 5ª, 7ªb, 9ª, 11ª 6 V
Do +11 Undicesima aumentata 1ª, 3ª, 5ª, 7ªb, 9ª, 11ª# 6
Do 13 Tredicesima 1ª, 3ª, 5ª, 7ªb, 9ª, (11ª), 13ª 6 V
Do 6 Sesta 1ª, 3ª, 5ª, 6ª 4 I, IV, V
Minori Do m Minore 1ª, 3ªb, 5ª 3 II, III, VI
Do m7 Minore settima 1ª, 3ªb, 5ª, 7ªb 4 II, III, VI
Do m+7 Minore settima maggiore 1ª, 3ªb, 5ª, 7ª 4
Do m9add Minore nona aggiunta 1ª, 3ªb, 5ª, 9ª 4 II, VI
Do m7-9 Minore nona minore 1ª, 3ªb, 5ª, 7ªb, 9ªb 5 III
Do m9 Minore nona 1ª, 3ªb, 5ª, 7ªb, 9ª 5 II, VI
Do m6 Minore sesta 1ª, 3ªb, 5ª, 6ª 4 II
Diminuiti Do –5 Quinta diminuita 1ª, 3ª, 5ªb 3
Do dim Minore quinta diminuita 1ª, 3ªb, 5ªb 3 VII
Do ø7 Semidiminuito 1ª, 3ªb, 5ªb, 7ªb 4 VII
Do º 7 Diminuito 1ª, 3ªb, 5ªb, 7ªbb 4
Aum Do +5 Aumentato 1ª, 3ª, 5ª# 3
Do 7+5 Settima quinta aumentata 1ª, 3ª, 5ª#, 7ªb 4
Sospesi Do sus4 Quarta sospesa 1ª, 4ª, 5ª 3 I, II, III, V, VI
Do 7sus4 Settima quarta sospesa 1ª, 4ª, 5ª, 7ªb 4 II, III, V, VI
Do sus2 Seconda sospesa 1ª, 2ª, 5ª 3 I, II, IV, V, VI

Tabella 8: Elenco degli accordi più comuni. I gradi riportati fra parentesi sono opzionali.

Nella tabella 8 sono riepilogati gli accordi descritti nei capitoli precedenti. Sono suddivisi in quattro gruppi distinti. Nel gruppo maggiori ho messo gli accordi che hanno alla base la triade maggiore. Nel gruppo minori quelli che hanno alla base la triade minore. Nel gruppo diminuiti quelli che hanno la quinta diminuita. Nel gruppo aumentati quelli che hanno la quinta aumentata. Infine nel gruppo sospesi quelli che al posto della terza hanno la quarta giusta o la seconda maggiore.

Nella prima colonna c’è l’esempio della sigla con fondamentale in Do. Nelle colonne successive ho riportato rispettivamente: il nome dell’accordo per esteso; l’elenco dei gradi costitutivi; il numero di note contenute; i gradi della scala maggiore su cui può essere costruito l’accordo senza operare alterazioni alla scala. Le diteggiature per chitarra di questi accordi saranno riportate in seguito.

ilGallo

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