di Realdo Uberti:

Il Monocordo, come indica il nome stesso, è uno strumento dotato di un’unica corda. E’ stato anche chiamato “canon pitagorico” perchè la sua invenzione fu attribuita a Pitagora, che lo utilizzò per determinare le relazioni matematiche tra i suoni musicali.

Noi siamo abituati ad ascoltare i suoni regolati in intervalli elementari fondamentali, che fra loro sono fissi e ripetitivi. Tali intervalli, che oggi chiamiano toni e semitoni, non sono il frutto di un codice, come ad esempio la lingua o un sistema numerico, ma derivano da equilibri presenti nel mondo che ci circonda.

La tradizione vuole che Pitagora (il famoso matematico del teorema e inventore delle “tabelline”), nel VII secolo A.C. abbia voluto investigare i criteri adottati dai costruttori di strumenti musicali dell’epoca, concentrandosi sulle relazioni matematiche dei suoni. Allo scopo, essendo scienziato sperimentale, costruì uno strumento appositamete studiato per lo scopo, il monocordo appunto.

Prese una corda tendendola alle estremità in modo controllato, mettendola poi in vibrazione. Probabilmente con l’aiuto di una cassa armonica ascoltò il suono generato. Provò poi a dimezzare la lunghezza della corda (come quando pigiamo il polpastrello sulla tastiera di una chitarra), ascoltando il suono ottenuto. Bene, scoprì che questo suono era in stretta relazione col primo, risuonando con una frequenza doppia. In altre parole aveva scoperta l’ottava, vale e direl’intervallo tra il suono della voce di un uomo adulto e quella di una donna o di un bambino, che “cantano” la stessa nota.

Con una operazione analoga, sempre Pitagora, provò d accorciare la lunghezza della corda, sempre a parità di tensione, secondo la “sezione aurea” dei due terzi, ottennedo un suono in relazione con gli altri due, quello che no oggi chiamiamo la “quinta”. Con questo metodo della metà e dei due terzi, ottenne la scala musicale, detta “diatonica”.

Riassumento la scala Pitagorica (ricavata con il cantus), ottiene la posizione esatta dei suoni moltiplicando, a partire dal primo suono, peril rapporto aureo di 2/3. I suoni, per essere ricondotti in un’unica ottava si ottenengono moltiplicando sempre il primo suono per il rapporto 1/2 (la corda tesa dimezzata) e così via.

I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
9/8 9/8 256/243 9/8 9/8 9/8 256/243

Gli intervalli fondamentali tra le note diventano quindi due: 9/8, il”tono” e 256/243, il limma (o semitono). Questa scala rimase in uso immutata fino al basso Medioevo.

Lavorando con il calcolo frazionario si può ricavare la sequente tabella di tutti i dodici intervalli fondamentali nella scala “armonica”.

 

 

Intervallo Rapporti della scala armonica Rapporti della scala temperata
Unisono 1.0000 1.0000
Seconda minore 25/24 = 1.0417 1.05946
Seconda maggiore 9/8 = 1.1250 1.12246
Terza minore 6/5 = 1.2000 1.18921
Terza maggiore 5/4 = 1.2500 1.25992
Quarta eccedente 4/3 = 1.3333 1.33483
Quinta diminuita 45/32 = 1.4063 1.41421
Quinta 3/2 = 1.5000 1.49831
Sesta minore 8/5 = 1.6000 1.58740
Sesta maggiore 5/3 = 1.6667 1.68179
Settima minore 9/5 = 1.8000 1.78180
Settima maggiore 15/8 = 1.8750 1.88775
Ottava 2.0000 2.0000

 

La scala greca-Pitagorica è fondamentale perche stabilisce l’inizio della “normalizzazione” degli strumenti musicali, fissando le prime regole armoniche che, con evoluzioni successive, attraverso la scala “Zarliniana” e, soprattutto la scala “temperata” di Werckmeister governano l’universo dei suoni anche nei nostri giorni.

ilGallo

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