Una scala è una successione ascendente o discendente di suoni (note).
Le note di una scala sono anche definite come gradi della scala.
Vengono indicati con i numeri romani.
I II III IV V ecc.
Di solito si esprime nell’ambito di una ottava.
Do Re Mi Fa Sol La Si Do
La scala contiene il concetto di tono e di modo.
Quindi la nota che la origina e da cui prende il nome e il carattere dato dalla terza nota; maggiore o minore.
La diversa distribuzione degli intervalli fra i gradi che la costituiscono ne determinano il comportamento melodico.
Le scale si caratterizzano per il numero di suoni e per le diverse specie di intervalli che le compongono.
Nella musica moderna le scale più in uso sono la scala maggiore e la scala minore.
Esse contengono 7 suoni.
Anche le scale pentatoniche oggi vengono largamente usate.
Esse contengono 5 suoni.
Popolazioni diverse adoperano scale diverse e una stessa popolazione può aver adottato differenti scale nel corso della storia, per motivi culturali e per l’utilizzo di differenti sistemi di accordatura (o temperamenti).
Spesso le scale sono dei costrutti teorici, costruiti “a tavolino” a volte sulla base di complesse relazioni matematiche o formali, sebbene molta musica (soprattutto contemporanea o extraeuropea) sia costruita con un approccio meno teorico.
La musica occidentale, dall’età greca ad oggi, si è tradizionalmente basata su scale diatoniche a sette suoni che dividono l’ottava in cinque toni e due semitoni.
In Grecia, per un certo periodo, venne seguito il genere enarmonico che prevedeva scale con intervalli di 1/4 di tono.
In epoca barocco-classica, fece invece la sua apparizione l’intervallo di 1 tono e 1/2 (2ª aumentata). Al periodo barocco risale il perfezionamento della scala detta “temperata” dovuto alla teorizzazione di Werckmeister nel 1691 e che in seguito trovò conferma con l’opera di Johann Sebastian Bach, il “Clavicembalo ben temperato” del 1722 e 1744.
Alla fine del secolo XIX lo studio della musica popolare e antica spinse i compositori a scegliere scale diverse dalle due impiegate correntemente: la scala maggiore e la scala minore.
Nel XX secolo questa tendenza fu rafforzata a causa del blues.
La pentatonica è divenuta la scala cardine della musica di sua derivazione.
La musica pop ha favorito la diffusione di altre scale, utilizzate in particolari generi musicali o da specifiche etnie.
Oggi si assiste a vari esperimenti di fusione tra le varie culture musicali. Una Scala può essere usata in un contesto musicale differente dal quale è nata.
Questo è un ulteriore arricchimento del linguaggio musicale.
Attraverso i secoli l’accordatura della scala diatonica tradizionale, costruita secondo l’intonazione pitagorica, ha subito diverse rettifiche, che ne hanno modificato l’ampiezza di alcuni intervalli: tali correzioni hanno via via portato a modulare la scala diatonica prima seguendo gli armonici naturali (dando vita all’intonazione naturale) e poi guardando alla comodità di esecuzione (col temperamento equabile).
Le scale più note
- Scala diatonica (scala modale)
- Modo ionico (scala maggiore)
- Modo dorico
- Modo frigio
- Modo lidio
- Modo misolidio
- Modo eolio (scala minore naturale)
- Modo locrio
- Scala minore armonica
- Scala minore melodica
- Scala minore napoletana
- Scala cromatica
- Scala esatonale (o per toni interi)
- Scala pentatonica
- Scala aumentata
- Scala diminuita
- Scala alternata
- Scala enigmatica
- Scala bebop
- Scala blues
- Scala araba
- Scala cinese
- Scala orientale
- Scala temperata
- Scala bachiana
- Scala di quarta aumentata
- Scala di sesta minore
- Scala di Alexander Skrjabin
- Scala superlocria