Una straordinaria canzone di Fabrizio De Andrè.
Una breve analisi della sua forma poetica da cogitoergosum:

Schema metrico:
Canzone di 13 strofe; ogni strofa è composta da 4 endecasillabi. Rime spesso baciate!
Narrazione:
Come un vero e proprio racconto, abbiamo qui essenzialmente due voci: quella del narratore e quella del protagonista.
Il narratore è esterno e parla in terza persona, ma in alcuni momenti entra nella narrazione con le sue esortazioni («Fermati Piero», «Sparagli Piero»), immedesimandosi nella situazione e perciò provocando anche un maggior coinvolgimento nel lettore/ascoltatore. Il discorso riportato di Piero, che si trova in tre strofe (strofa 2, 8 e 11), rende più tangibile la figura di Piero (che altrimenti rimarrebbe un semplice soldato-fantasma in mezzo a molti altri) accentuando così il coinvolgimento del lettore/ascoltatore.
Ritmo:
Oltre ad essere musicata, questa canzone presenta a livello testuale numerose ripetizioni che le danno un ritmo particolare e che sottolineano nel testo i passaggi più carichi di significato e di emotività.
Così, ad esempio, nella strofa 8, in cui si riporta il discorso centrale di Piero (se sparo a quel soldato io vedrò morire un uomo), si ripetono per due volte le espressioni: “il tempo” e “vedere”. Il tempo infatti è protagonista della situazione: mentre Piero si sofferma a riflettere sul fatto che proprio il tempo darà a lui la possibilità di vedere un uomo che muore, egli perde irrimediabilmente tempo e dà così modo all’altro di agire. Infatti, a differenza della strofa 8 che con le sue ripetizioni scandisce un tempo assai lento, la strofa 9, quella in cui l’altro soldato agisce senza perdere tempo, si muove su un ritmo veloce, spesso per asindeto: “si volta, ti vede, ha paura”.
Campi semantici e antitesi:
– la morte: il dormire sepolto, l’ombra dei fossi, i cadaveri dei soldati, l’inverno, i morti in battaglia, la croce, i colpi da sparare, il vedere un uomo che muore, le parole gelate.
– la vita: il grano, i papaveri rossi, i lucci argentati, la primavera, la figura dell’amata (Ninetta).
– il tempo: il fermarsi, il tempo che passa, il passare delle stagioni, il tempo che rimane per vedere, il non ritorno dalla morte.
L’antitesi principale sulla quale si costruisce la poesia è quella tra la morte e la vita, dove ogni elemento appartenente al campo semantico dell’uno si trova in prossimità e in contrasto con gli elementi del campo semantico dell’altro. Tra i due termini, il tempo costituisce il tramite o la separazione, talvolta come mezzo di passaggio dalla vita alla morte (la perdita di tempo di Piero che è causa della sua morte), talatra come confine invalicabile tra i due mondi («ti accorgesti in un solo momento che (…) non ci sarebbe stato ritorno»).

Struttura e giro armonico:

GT TEMA:
[:    A-   ][ A-E-   A-  :] CHORO:
[  E  A- ][ D-G  C  ][  E  A- ][2/4 D-G ] [   A-   ] VERSE:
[  E  A- ][  D-  A- ][  G  C ][2/4 E  ] [   A-   ] [  E  A- ][  D-  A- ][  G  C ][2/4 E  ] GT TEMA II:
[    A-   ][ A-   ][   E    ][2/4 A-  ] CHORO:
VERSE:
GT TEMA II:
CHORO:
VERSE:
GT TEMA II:
CHORO:
[  E  A- ][ D-G  C  ][  E  A- ][2/4 D-G ][2/4 A-  ] [  E  A- ][ D-G  C  ][  E  A- ][2/4 D-G ] [   A-   ] VERSE:
GT TEMA II:
CHORO:
[  E  A- ][ D-G  C  ][  E  A- ][rall. D-   E ][ A- ]

testo:

Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
ma son mille papaveri rossi
lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente
così dicevi ed era inverno
e come gli altri verso l’inferno
te ne vai triste come chi deve
il vento ti sputa in faccia la neve
fermati Piero , fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po’ addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce
chi diede la vita ebbe in cambio una croce
ma tu no lo udisti e il tempo passava
con le stagioni a passo di giava
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primavera
e mentre marciavi con l’anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore
sparagli Piero , sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere in terra a coprire il suo sangue
e se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
vedere gli occhi di un uomo che muore
e mentre gli usi questa premura
quello si volta , ti vede e ha paura
ed imbracciata l’artiglieria
non ti ricambia la cortesia
cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chiedere perdono per ogni peccato
cadesti interra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato un ritorno
Ninetta mia crepare di maggio
ci vuole tanto troppo coraggio
Ninetta bella dritto all’inferno
avrei preferito andarci in inverno
e mentre il grano ti stava a sentire
dentro alle mani stringevi un fucile
dentro alla bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole
dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.

 

 

ilGallo

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