Da: kindsofblue.com

Sebbene non sia raro in musica assistere al successo di una canzone in una delle sue rivisitazioni piuttosto che nella sua versione originale, capire le ragioni di questo fatto risulta spesso impossibile. Stesse note, stesse parole ma destino diverso. E’ come se per la canzone ci fosse il momento della sua creazione separato e diverso da quello della sua ascesa. Una doppia vita di cui spesso se ne conosce solo una. Di esempi se ne potrebbero citare diversi, ma in questo post voglio parlare di un caso specifico, quello di una fortunata canzone che, non solo è stata “riscoperta” ma è addirittura diventata, nel 1979 la canzone simbolo di uno Stato. La canzone è Giorgia on my mind. Comunemente si ritiene che sia Ray Charles l’autore del brano in quanto fu la sua versione del 1960 che le diede fama interplanetaria. Pochi sanno che fu invece composta da Stuart Gorrell e Hoagy Carmichael, autori rispettivamente delle parole e della musica, ben 30 anni prima, per la sorella di Hoagy, Georgia Carmichael. Registrata per la prima volta nel settembre 1930 a New York da un’orchestra che vedeva lo stesso Carmichael alla voce ed addirittura Bix Beiderbecke alla cornetta ed Eddie Lang alla chitarra, del pezzo circolarono diverse versioni.

Fù però solo nel 1960, quando Ray Charles la incluse nell’album The Genius Hits the Road, che Giorgia on my mind divenne immediatamente famosa, posizionandosi in cima alla U.S. Billboard Hot 100, la classifica dei 100 singoli più venduti e più trasmessi dalle radio negli Stati Uniti.

Da quel momento la canzone iniziò la sua seconda vita, La versione di Ray Charles divenne la sua versione definitiva e con essa la canzone fu scelta come simbolo dello Stato della Georgia. Nel 2003, la rivista Rolling Stone incoronò questo successo, mettendo Georgia on my mind all 44esimo posto tra le più belle canzoni di sempre. Proviamo a metterle a confronto: Questa è la versione originaria di Georgia on my mind così come fu pensata e scritta dal suo autore, Hoagy Carmichael:

Questa la famosissima interpretazione di Ray Charles:

Personalmente ritengo che, questa canzone, ancora conservi la sua vera vita nel versione originaria del 1930. Il sound, più lontano e meno pulito rispetto a quello reso famoso da Ray charles, sembra conservare meglio l’originalità del brano. Essendo però un pezzo sentito e risentito nella versione del 1960 il primo ascolto della versione di Carmichael potrebbe “stridere” essendo il nostro orecchio ormai settato sulla sua versione più nota. Ma sono sicuro che sia sufficiente ascoltarla qualche volta di più, per poterla apprezzare adeguatamente.

Infine, credo che valga la pena di segnalare, tra le tante versioni del pezzo che sono circolate negli anni, una versione rock, davvero ben riuscita, fatta dai The Spencer Davis Group, gruppo inglese famoso negli anni 60 che la inclusero nell’album The Second Album del 1966.

 

 

ilGallo

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